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Ep. 2 - Nuove politiche COVID in Cina, Warner Bros e il significato dei risultati finanziari e i licenziamenti di Stripe

Ep. 2 - Nuove politiche COVID in Cina, Warner Bros e il significato dei risultati finanziari e i licenziamenti di Stripe

Ciao a tutti ragazzi, benvenuti in questo nuovo episodio di Finanzami, io sono Davide e oggi andremo a vedere tre notizie interessanti che sono occorse nell’arco della settimana.

Partiamo dalla notizia sulla Cina. La Cina, come sappiamo, ha intrapreso una politica anti Covid piuttosto rigida, anzi, loro la chiamano una politica zero Covid, che prevede essenzialmente che al primo caso di Covid riscontrato scatti un lockdown. Questo tipo di politica andava bene magari un paio di anni fa, mentre adesso sembra non piacere molto ai mercati perché di fatto costringe le aziende cinesi a chiudere ogni volta che viene riscontrato un caso Covid. Bene, nell’arco della settimana è saltata fuori una notizia molto interessante a riguardo. Probabilmente saprete che Xi Jinping è stato rieletto di recente e questa notizia aveva portato a un crollo di mercato, perché ovviamente si prevedeva che continuasse a mantenere le stesse identiche politiche economiche e sanitarie in termini di gestione del Covid. Ebbene, sembra esserci un probabile dietrofront all’orizzonte proprio per questo motivo, proprio perché le aziende cinesi stanno subendo massicciamente questo crollo in borsa, che ormai sta coinvolgendo un po’ tutto il mondo. Per questo motivo sembra essere in vista, anche grazie alle vaccinazioni e in ottica anche di nuove misure sanitarie che verranno introdotte, un cambio di rotta. Un cambio di rotta che ha beneficiato le aziende cinesi in borsa. Per farvi un esempio, io ho nel mio portafoglio un’azienda chiamata Nio che semplicemente ha avuto un 18% intraday in settimana ed è cresciuta di quasi il 22% durante l’arco di tutta la settimana. Più o meno sulla stessa falsariga, in realtà, sono state tutte le aziende cinesi. Chi più chi meno. Per questo motivo, quindi, non sarà più probabilmente necessario dover chiudere l’azienda e mantenere i lavoratori in lockdown con conseguenti blocchi di produzione e riduzione nei cicli di vendita, ma bensì sarà possibile appunto ottenere misure più lievi che possano continuare a garantire l’operatività aziendale.

Seconda notizia di cui parliamo invece riguarda Warner Bros, in pratica un colosso statunitense che gestisce televisioni, canali privati e anche case cinematografiche. La notizia che ci interessa sapere è quella riguardo ai dati finanziari perché saltano fuori alcuni spunti molto molto interessanti da andare ad analizzare. Innanzitutto, hanno anche loro bucato i risultati previsti di circa mezzo miliardo e l’ammanco maggiore sembra riguardare il mondo dell’advertising, quindi il mondo della pubblicità. Di solito un business abbastanza volatile, che ci dà però un’idea di come il mondo intero si stia muovendo in questo periodo di difficoltà e di prevista recessione economica. Essenzialmente, guardando questi dati abbiamo notato che c’è stata una forte riduzione non solo nel mondo della pubblicità televisiva, ma anche nel mondo della pubblicità online. Infatti, non è un caso che Google e Facebook abbiano entrambe ottenuto risultati molto molto negativi e siano, di conseguenza, crollate in borsa. Basti vedere Google che al momento si attesta attorno agli 84/85 $ per azione. Facebook, anch’essa martoriata dai risultati finanziari e dalle perdite ovviamente ottenute con il nuovo investimento nel metaverso. Perché però è importante questa notizia riguardo a Warner Bros? Bene, perché essenzialmente ci dà informazioni su come si sta muovendo il mondo, su quali sono diventate le nuove priorità. Tendenzialmente ristrutturare le aziende, quindi incrementare i margini, riducendo i costi e gli sprechi, anzichè puntare ad acquisire nuovi clienti. Quindi, lasciando da parte l’incremento di fatturato, non concentrandosi su quella che viene chiamata top line, ma invece andando a fare ristrutturazioni aziendali concentrandosi su ciò che veramente necessario e lasciando da parte la pubblicità che di norma serve appunto ad acquisire o a mantenere i clienti in essere. Molto interessante dunque come tipo di notizia e predittrice anche di cosa si sta verificando e cosa potrebbe andare poi a succedere qualora questa situazione si aggravasse nei prossimi mesi.

Ultima notizia di cui parliamo oggi invece, riguarda il colosso di pagamenti online Stripe, che si riporta abbia lasciato a casa circa il 14% dei lavoratori. Anche in questo caso la notizia è interessante non tanto per il numero in sé; sappiamo che molte aziende stanno facendo questi cosiddetti “lay off”, quindi licenziamenti massivi dal 10 al 20% delle forze lavoro (ma ci sono anche casi estremi, ad esempio Twitter che ha licenziato il 50% dei dipendenti). Perché però questa notizia è importante? Fondamentalmente per le ragioni alla base di questi licenziamenti, ragioni che sono state riportate essere una crescita organica dei costi operativi eccessiva, soprattutto per quelli che sono poi verificati essere i rendimenti dell’azienda stessa. Rendimenti che sono esplosi con la crisi Covid, quindi quando tutte le persone erano a casa, e rendimenti che non sono poi diventati o non sono rimasti sostenibili una volta terminata l’emergenza. Questa cosa ci dà due spunti su cui riflettere. Il primo spunto è legato a che cosa è successo nel corso degli ultimi due anni. Tendenzialmente abbiamo avuto un evento unico nel suo genere, in cui tutte le persone erano a casa, tutte le persone potevano acquistare quasi unicamente online e di conseguenza si è avuto un boom relativamente ai servizi Internet, relativamente a servizi cloud e relativamente all’incremento di forza lavoro. Secondariamente, lo spunto che ci viene dato è quello relativo alla domanda: questa crescita era veramente sostenibile, è veramente sostenibile? Questo perché la borsa normalmente sospetta un progresso, sempre e comunque, quindi una crescita costante nel tempo. Crescita che purtroppo non può esserci se si è verificata una bolla. Si è verificato un evento straordinario come quello di cui stiamo parlando, che ha generato fondamentali non in linea con un’operatività classica, ma appunto viziati, drogati dalla situazione Covid. Per questo motivo mi aspetto che molte altre aziende proseguano sulla striscia dei licenziamenti; quindi, lasciando a casa il 10/14/15/20% del potenziale personale, proprio per una questione, come ho già citato, di riduzione dei costi, che è diventato il mantra e sarà probabilmente il mantra dei prossimi anni.

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